Presentiamo Matteo Sarcinelli, giovane e talentuoso musicista friulano, che si sta perfezionando nel campo della composizione musicale presso il Conservatorio “Steffani” di Castelfranco Veneto. Matteo, qual è stato il tuo percorso musicale sino ad ora e parlaci di come questo è entrato in contatto con il mondo di J.R.R. Tolkien.
"Ho iniziato gli studi musicali a nove anni a Spilimbergo, nella classe di pianoforte e organo. Fin da piccolo amavo scrivere piccoli pezzi per pianoforte, all’inizio era un gioco ma col tempo l’aspetto creativo per me è diventato qualcosa di più. Ho così intrapreso gli studi in composizione e negli anni sono stato sempre più attratto dalla musica per il teatro e dalle sue applicazioni. Devo invece a mio padre la passione per Tolkien: suoi erano i DVD dei film che guardavo da bambino e suoi i libri nei quali mi sono immerso poi da ragazzo. Ho conosciuto il suo mondo fantasy in famiglia dunque, ed è sempre stato per me qualcosa di intimo e condiviso da pochi, qualcosa di molto importante che ha sempre fatto parte della mia identità. Ho così colto l’occasione di poterlo mettere in musica."
La composizione che hai presentato a noi del Tolkien Music Festival è una delle più singolari in assoluto, perché si tratta addirittura di un’opera lirica dedicata all’intera scena dell’incontro degli Hobbit con Tom Bombadil nel Signore degli Anelli. Parlaci di questa scelta e delle sue caratteristiche.
“Tom Bombadil - scena lirica in due quadri” è stato il mio lavoro di tesi di laurea triennale. Quando i miei docenti mi suggerirono di provare a cimentarmi nella scrittura di una scena lirica, come da tradizione per i diplomi di composizione, lasciarono libera scelta per il libretto. In difficoltà nel trovare un soggetto, chiesi aiuto proprio a mio padre, e lui mi fece notare che i capitoli su Tom Bombadil ne “La Compagnia dell’Anello” non avevano ancora trovato alcuna trasposizione cinematografica: di fatto sono stati completamente tagliati nei film di Peter Jackson. Questo perchè la storia è assolutamente particolare e rappresenta una parentesi autonoma nel grande filone narrativo dei tre romanzi."
"Ho dunque con entusiasmo provato a rileggere quei capitoli e ho trovato una storia ricchissima di colori e sensazioni contrastanti, nell’ambiguità di un personaggio al tempo stesso epico, comico ed estremamente misterioso. Inoltre, il testo di Tolkien si prestava benissimo a una realizzazione operistica, perchè colmo di immagini suggestive e soprattutto di canzoni: le due arie dei personaggi principali - Tom e Baccador - sono proprio infatti testualmente tratte da quelle in versi scritte nell’originale. Mi sono dunque divertito a trasformare tutti questi spunti - dalla magia della Vecchia Foresta al fascino della Ninfa Baccador, dalla goliardia degli Hobbit al saltellare di Tom e al suo parlare strambo (“Ehi dol!”) - in altrettante idee musicali."
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